Fano, il comitato residenti: «Polo logistico, traffico sottostimato. Invasi da più di 500 tir ogni giorno»

Fano, il comitato residenti: «Polo logistico, traffico sottostimato. Invasi da più di 500 tir ogni giorno»
Fano, il comitato residenti: «Polo logistico, traffico sottostimato. Invasi da più di 500 tir ogni giorno»
di Lorenzo Furlani
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Domenica 28 Aprile 2024, 04:15 - Ultimo aggiornamento: 13:07

FANO «La valutazione del carico di traffico indotto dal polo logistico all’ex zuccherificio è molto sottostimata. In base allo studio viabilistico condotto per un insediamento simile, per quanto non sappiamo quale sarà il suo uso, saremmo invasi da più di 500 tir al giorno, oltre 5 volte ciò che è stato detto». Il comitato dei residenti di via del Ponte entra a piedi pari nel dibattito sulla destinazione urbanistica dell’area che per 40 anni (fino al 1992) ha ospitato l’impianto per la lavorazione delle barbabietole da zucchero, confronto che ha diviso la politica in occasione della recente adozione definitiva del piano regolatore generale.

L’emendamento in extremis

L’amministrazione Seri, con un emendamento in extremis del sindaco, azzerando la conversione a una destinazione mista frutto di un percorso partecipato, ha introdotto la previsione di un polo logistico alimentare (per quanto nella scheda del comparto, che prevede 40mila metri quadrati di superficie produttiva, non se ne faccia menzione).

Le critiche si sono incentrate sulla mancanza di dati e studi su smog del traffico e rumori dell’insediamento a supporto della scelta della giunta comunale, che ha accolto la richiesta dei nuovi proprietari dell’area (gli industriali Andreani e Paci). Una questione particolarmente sensibile perché nella zona da 8 anni opera una torrefazione del caffè (confinante con la scuola primaria) contro la quale è stato presentato nel 2023 un esposto alle autorità per le emissioni maleodoranti, che secondo i residenti sono state la causa di bruciori a naso e gola, nausea e mal di testa. L’assessore Fanesi in consiglio comunale ha riferito che per il polo logistico transiteranno da 50 a 100 tir al giorno, dato confermato dall’imprenditore Paolo Andreani. Ma il comitato segnala lo studio trasportistico svolto per il polo logistico Cr28 in programma a Cremona: 123mila metri quadrati e 1.600 tir al giorno, a regime, in ingresso e in uscita (i dati sono facilmente reperibili su Internet).

La statale Adriatica intasata

Con la proporzione di un terzo, i 40mila metri quadrati previsti all’ex zuccherificio movimenterebbero più di 500 tir al giorno, i quali se provenissero dall’A14 si riverserebbero su via Mattei ma potrebbero percorrere anche la statale Adriatica, che è già ora soffocata dal traffico. Per il polo logistico di Cremona è stato calcolato anche il movimento di 1.704 autoveicoli leggeri e 160 mezzi medi al giorno: rapportati a Fano 568 e 53, buona parte dei quali confluirebbe sulla statale.

Per verificare la congruità della proporzione c’è un altro dato, gli assunti: da un minimo di 500 a un massimo di 1.200 in tre turni lavorativi da 400 addetti l’uno. Il primo dato di 500 assunti è compatibile con i 150 occupati indicati per Fano e ci sarebbe anche una correlazione con il numero dei tir considerando l’attività del polo logistico per un solo turno lavorativo. Così si scenderebbe a 177 tir al giorno, che corrispondono ai 50-100 indicati perché va considerato che il transito sulle strade è doppio, in entrata e in uscita dall’area ex zuccherificio. Soprattutto, tale transito sarebbe concentrato in 8-10 ore e non distribuito su 24 ore. Per cui, mediamente, non passerebbe un tir ogni quarto d’ora, come ha detto Andreani, bensì uno ogni 3 minuti ossia 20 ogni ora. Da questo confronto risultano evidenti il sovraccarico sulla viabilità della zona e l’anacronismo della scelta di un’area produttiva all’interno della città.

«Si scelga un sito idoneo»

«A Cremona - rileva la portavoce del comitato, Maddalena Filippetti - il polo logistico l’hanno previsto vicino al casello autostradale, dove questi insediamenti devono stare. Per i proprietari la destinazione mista comprensiva di residenziale, prevista prima della loro richiesta, sarebbe più redditizia. Soprattutto non si può contrapporre il diritto alla salute con il diritto al lavoro. Spostando l’opera in un sito idoneo i posti di lavoro si creerebbero comunque».

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