SAN BENEDETTO Messa in sicurezza dei sottopassi, arrivano sensori hi-tech per un telecontrollo volto a migliorare le performance anti-allagamento. Con una previsione di spesa di 20mila euro, il Comune sta avviando un intervento che si concluderà nel 2026, interessando i principali viadotti urbani.
Il documento
La situazione viene illustrata in un documento, recentemente approvato dalla giunta Spazzafumo.
In questa fase, dunque, gli addetti ai lavori stanno svolgendo una panoramica sull’esistente. Non a caso, i più attenti avranno notato come sia stato riattivato uno dei semafori presenti nel trafficatissimo sottopassaggio di via Fiscaletti, dinanzi all’ex cinema Delle Palme. Lì un impianto semaforico già c’è, ma era spento da diverso tempo. Infatti, quella che oggi viene sviluppata in Municipio non è una novità assoluta. Già nel 2015, durante il mandato del sindaco Giovanni Gaspari, venne avviato un progetto simile, per poi essere stoppato, zavorrato da malfunzionamenti e problemi tecnici. Questa sarà la volta buona? Si spera di sì, perché effettivamente le finalità dell’idea sono più che buone. Con i nuovi sensori, infatti, il personale addetto alla manutenzione ed alla sicurezza stradale avrebbe la possibilità di monitorare h24 lo stato degli impianti di sollevamento delle acque, intervenendo rapidamente in caso di bisogno.
Poi (se non bastasse il buonsenso) coi semafori gli automobilisti avrebbero un’ulteriore indicazione di non transitare nei sottopassi allagati. Allargando lo sguardo: tra gli interventi previsti dalla nuova amministrazione, spiccano anche il potenziamento dell’infrastruttura verde urbana ed una nuova caratterizzazione di pinete, parchi e giardini esistenti: «Anche con interventi di micro-forestazione urbana, per l’abbattimento di CO2 e termoregolazione, e con rain-garden - letteralmente: giardini di pioggia, ndr - per l’assorbimento della acque piovane nel suolo».
Lo studio
Quest’ultimo è un aspetto importante e segue la scia di uno studio effettuato sempre durante l’amministrazione Gaspari e coordinato dal professor Alessandro Mancinelli: docente d’ingegneria idraulica all’Univpm. L’analisi puntava anche ad evidenziare i fattori che contribuiscono a trasformare San Benedetto in una piccola Venezia ogniqualvolta piove anche poco più del normale. In cima alla lista, troviamo proprio l’impermeabilizzazione del suolo. In altre parole: la forte urbanizzazione che, in passato, ha interessato soprattutto l’area collinare della città.