BRUXELLES - Un'opportunità mancata per far fronte ai rischi derivanti dalle tecnologie di intelligenza artificiale (IA). Nel suo report annuale sulla situazione dei diritti umani nel mondo, Amnesty International torna sulle criticità dell'AI Act, la legge europea sull'intelligenza artificiale, sostenendo non solo che "il testo finale non si è spinto abbastanza in là per prevenire i danni", ma anche che potrebbe "contribuire all'espansione e alla legittimazione delle attività di sorveglianza delle autorità di polizia e di immigrazione".
Al contrario, i governi, scrive Amnesty, dovrebbero "vietare immediatamente i software spia e le tecnologie di riconoscimento facciale", adottare "solide misure legislative e normative" per affrontare i rischi e i danni causati dalle tecnologie di IA, e "controllare le Big Tech" in modo da limitare i danni del "loro modello di business basato sulla sorveglianza".
In generale, nel report si sottolinea come "in assenza di una regolamentazione adeguata ed efficace" l'IA generativa possa "esacerbare i rischi per i diritti umani in aree quali l'accesso al welfare, all'istruzione e all'occupazione, i diritti del lavoro, la privacy e la sicurezza online". Rischi che variano dal "rafforzamento delle disuguaglianze razziali e di altro tipo", all'"aumento della sorveglianza", all'"amplificazione dei contenuti di odio online".
I sistemi di IA esistenti, si legge ancora nel rapporto, hanno già amplificato le disuguaglianze e danneggiato le comunità emarginate in settori quali l'accesso ai servizi statali, la polizia, la sicurezza e la migrazione.