Coppia italiana sceglie la maternità surrogata in Georgia: «Gemelle nate, ma ora in clinica vogliono soldi per darci le nostre figlie»

Una coppia italiana vola in Medio Oriente per avere un figlio con la maternità surrogata, ma l'ospedale chiede sempre più soldi per la procedura. Nascono due bambine a cui non si riesce a garantire un futuro in Italia, Farnesina in prima linea

Gestazione per altri, una coppia ha due figlie in Georgia ma non riesce a portarle in Italia
Gestazione per altri, una coppia ha due figlie in Georgia ma non riesce a portarle in Italia
4 Minuti di Lettura
Venerdì 10 Maggio 2024, 17:35

Due coniugi italiani si sono affidati a una clinica straniera per diventare genitori. Hanno scelto di intraprendere un percorso di matrnità surrogata in Georgia e hanno auto due gemelle, che però adesso non possono raggiungere l'Italia.

Maternità surrogata, strada difficile per la coppia italiana 

Marito e moglie, di 35 e 43 anni, hanno coronato il sogno di diventare genitori grazie a una madre surrogata. La coppia, impossibilitata ad avere figli in modo naturale in quanto lei ha subito un'isterectomia, si è rivolta a una clinica di Tbilsi (capitale della Georgia) per via delle ottime recensioni: «Se volete realizzare il vostro sogno di genitorialità la Georgia è la meta ideale. Uno dei pochi Paesi che consente la maternità surrogata internazionale», recitava il sito della struttura. E sul Web erano anche sbandierate delle altissime percentuali di successo: un tasso di riuscita dell'80%, oltre 5 mila famiglie felici della scelta, 20 anni di esperienza nel settore. Nel 2022 i due coniugi hanno firmato il contratto con l'agenzia che si sarebbe occupata delle comunicazioni tra un Paese e l'altro. Con il seme di lui e gli ovuli di una donatrice si formano con successo gli embrioni e al terzo tentativo, la donna prescelta per la surrogazione rimane incinta. La coppia è felicissima di scoprire, il 14 agosto, che si tratta di due gemelli, ma l'agenzia gli comunica che la madre surrogata si trova in ospedale a causa della pressione troppo alta. La donna partorisce prima del tempo: il 23 febbraio 2023 dà alla luce due bimbe che pesano a malapena un chilo e mezzo. Le neonate vengono trasferite al Gudushauri Hospital e il percorso per portarle in Italia si complica.

Le richieste di contanti

«Scopriamo che la clinica non ha un reparto di neonatologia e che le bimbe sono state trasferite al Gudushauri. Quando arriviamo lì ci presentano una fattura di 12mila euro dicendo che avrebbero dimesso le neonate solo alla 36sima settimana quando avrebbero pesato due chili. Quando abbiamo dato l’incarico all’agenzia avevamo chiesto se i bambini sarebbero nati lì e rimasti lì. Ci avevano assicurato di sì e che non ci sarebbero state spese extra, se non 20 euro al giorno. Noi sapevamo di non poter andare oltre i 40mila euro pattuiti perché avevamo chiesto un prestito». I due coniugi promettono che in qualche modo pagheranno, ma il loro referente sparisce nel nulla quando chiedono un passaporto per le due neonate e un certificato di nascita per poterle vedere. Quel 27 marzo, in un messaggio alla responsabile del reparto di pediatria Shorena Chankvetadze, i due comunicano che avrebbero fatto il bonifico di 12 mila euro richiesto, sarebbero andati a prendere le piccole due giorni dopo e avrebbero portato la ricevuta del versamento. Ma l'ospedale risponde che vuole i contanti: «Voi avete un debito e dovete pagare, altrimenti le bambine non ve le diamo. Non si possono fare bonifici al Gudushauri center», dice Chankvetadze. 

Le bimbe sono ancora in Georgia, rischio di reato

Il reparto vieta ancora ai genitori di vedere le gemelle con la scusa che non soddisfano i requisiti di salute per lasciare l'ospedale. Nessuno, però, li aveva informati sul fatto che le piccole stessero male. A questo punto, i genitori sono stremati e furibondi, ma si procurano 12 mila euro in contanti sperando che basti a colmare le incomprensioni: e invece la clinica ne chiede il doppio, cioè 24 mila. La coppia registra le assurde richieste dell'ospedale e si appoggia a un avvocato, che è riuscito a far scendere la cifra a 19 mila euro. La Farnesina, intanto, segue il caso con molta dedizione. «È una situazione incredibile, passa il tempo e le nostre figlie crescono senza di noi. Il 23 maggio compiranno tre mesi, tutti passati nelle mani di estranei», hanno dichiarato i coniugi. Oggi le bimbe dovrebbero essere dimesse, ma davanti alla coppia si prospetta un altro ostacolo: la trascrizione all'anagrafe italiano. Dato che la maternità surrogata è reato nel Bel Paese, è probabile che solo l'uomo venga riconosciuto come genitore e che la donna dovrà provvedere con un'adozione. «Sappiamo che potrebbe succedere - ammettono i due - ma affronteremo questo problema una volta che avremo riportato finalmente le bambine a casa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA